Luoghi Comuni Reloaded
installazione urbana ispirata alla prima realizzazione di Luoghi Comuni nel 1988
concept Armando Punzo
riallestimento a cura di Alessandro Marzetti e il team creativo del laboratorio “Le parole lievi. Come incrinare il principio di realtà per allontanarsi da un’umanità apparentemente immutabile” Matteo Barberini, Jacopo Bernini, Susanna Caciagli, Antonio De Francesco, Niccolò Landi, Ilaria Leonetti, Ludovica Lepore, Luciano Sozzi, Andrea Zaccagnacon il sostegno della Società della Salute Alta Val di Cecina e dell’Az. USL Toscana Nord Ovest
16 – 29 luglio 2018 – Piazza San Giovanni – Volterra
“Per due anni ho camminato per le strade di una città raccogliendo piccoli suoni dimenticati, atmosfere d’altri tempi, giochi di luci e colori in rilievo, finestre affacciate sul vuoto e voci in lontananza. Mi chiedevo che posto avessero gli uomini in tutto questo e l’unica risposta era che gli uomini non hanno più tempo. Molti anni prima, camminando per le strade di una città del Nord, vidi la figura di un uomo che fumava sotto una pioggia sottile. Mi colpì la sua immobilità”.
Armando Punzo, Volterra 1988
“Mai nei miei viaggi m’ero spinto fino a Adelma…
… Mi turbò la vista di un malato di febbri rannicchiato per terra con una coperta sulla testa…
… Pensai: “Se Adelma è una città che vedo in sogno, dove non s’incontrano che morti, il sogno mi fa paura. Se Adelma è una città vera, abitata da vivi, basterà continuare a fissarli perché le somiglianze si dissolvano e appaiano facce estranee, apportatrici d’angoscia”.
Da “Le città e i morti” in “Le città invisibili” di Italo Calvino
Nel 1988 Luoghi Comuni, installazione di un centinaio di manichini, uomini fantoccio, inquietanti e malinconici nei lunghi cappotti neri, senza mani e col volto bianco, venne presentata al Festival Santarcangelo dei Teatri, a Volterra e nell’evento Passaggio a Pontedera. Nello stesso periodo in cui cominciava ad entrare nel carcere di Volterra tutti i giorni con il laboratorio che poi è diventato il cuore della Compagnia della Fortezza, Armando Punzo ideò e costruì insieme agli studenti dell’Istituto d’Arte di Volterra, i manichini che composero la prima versione dell’installazione. Dopo la prima presentazione, l’installazione venne conservata in un padiglione nell’ex ospedale psichiatrico di Volterra, oramai dismesso. Con il passare degli anni, i manichini che abitavano il manicomio divennero uso degli artisti che si susseguivano con le loro opere nei padiglioni abbandonati dell’ospedale psichiatrico, diventavano a mano a mano la scena di altre opere, i soggetti di numerosi fotografi e i protagonisti delle storie di molti videomaker. La loro origine era quasi dimenticata ma vivevano di vita propria, ispirando le opere di tanti altri artisti che lavoravano nell’ex manicomio e che da essi traevano suggestione. A trent’anni dal primo evento, l’installazione sarà presentata nuovamente nelle vie del centro storico di Volterra. Il lavoro sarà affidato ad Alessandro Marzetti, scenografo della Compagnia della Fortezza e scultore che proprio allora era tra gli studenti dell’Istituto d’Arte. Marzetti sarà affiancato dal team creativo del laboratorio “Le parole lievi. Come incrinare il principio di realtà per allontanarsi da un’umanità apparentemente immutabile”, che sta conducendo nel Centro di Salute Mentale di Volterra. L’installazione, alla fine del periodo espositivo, resterà in esposizione permanente in una sala dell’Ospedale di Volterra.
LE FOTO DELLA MOSTRA
LUOGHI COMUNI RELOADED work in progress
L’esercito di LUOGHI COMUNI RELOADED in viaggio dall’Ex Ospedale Psichiatrico a Piazza San Giovanni
Tanti gli amici e gli artisti che oggi sono passati dalle prime ore del mattino in Piazza San Giovanni a Volterra per seguire l’allestimento
Il video dell’allestimento e delle prime impressioni dell’incontro con LUOGHI COMUNI RELOADED
LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE DELL’INSTALLAZIONE
La presentazione al pubblico dell’installazione urbana “Luoghi Comuni Reloaded”, Armando Punzo, Alessandro Marzetti e tutti i partecipanti e operatori del team creativo “Le Parole Lievi”. Sono intervenuti il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra Augusto Mugellini, Eleonora Raspi, Assessore alla Cultura del Comune di Volterra e Fabrizio Lazzerini Resp.le UF Salute Mentale Adulti Alta Val di Cecina-Valdera.
Un estratto dell’intervento di Armando Punzo durante la presentazione pubblica dell’installazione il 25 luglio 2018
“Per me è strano rivedere Luoghi Comuni dopo quasi trent’anni. All’origine Alessandro Marzetti, scenografo della Compagnia della Fortezza e scultore straordinario, era uno studente dell’Istituto d’Arte con cui ideai e costruii l’opera. L’installazione era composta da 100 manichini con i volti bianchi e i cappotti neri. Era il 1988, eravamo a Volterra ed era uno dei miei primi progetti. A Volterra ci arrivai con il gruppo internazionale L’Avventura, una delle esperienza più straordinarie che hanno abitato la città. Il gruppo veniva dalle pratiche parateatrali sperimentate da Jerzy Grotowski ed è stato l’origine del mio stare qui. Lavoravamo all’ospedale psichiatrico, nell’ultima casa in fondo alla strada. Lavoravamo e vivevamo lì. Eravamo un gruppo completamento avulso, completamente estraneo per i volterrani. Eravamo tutti stranieri. Ricordo che il postino ci portava la posta ed entrava in questa casa. Ci trovava tutti coinvolti in una serie azioni incentrate sulla percezione, mutuate dal lavoro di Grotowski. Nessuno lo salutava perché osservavamo la regola del silenzio. Mi immagino che tipo di discorsi potevano nascere intorno a questo gruppo di matti giù al manicomio!
Luoghi Comuni nasceva da una riflessione sull’idea di solitudine. Mi piaceva la posizione di questi manichini, questa postura un po’ malinconica, da pensatore.
Poi a Volterra cominciò il massacro dei manichini: li abbiamo trovati giù dalle mura medievali della città, li abbiamo trovati distrutti, ma vedere questo tipo di reazione da parte delle persone è stato interessante: una parte della cittadinanza ha rifiutato il lavoro. È successo anche al festival di Santarcangelo di Romagna: su 100 manichini se ne sono salvati solo 45.
Ma è accaduto anche il contrario, che si ripete qui oggi: le persone parlano con loro, c’è chi li bacia, chi mette loro qualche soldo in tasca, chi danza con loro. Ricordo che nel 1988 ascoltavo le confessioni d’amore che le persone facevano a questi manichini.
Luoghi Comuni era ed è un tentativo di affermare una presenza altra nella vita di tutti i giorni, un elemento che apra alla riflessione. Era normale che la gente reagisse violentemente e credo che lo stesso meccanismo valga anche per il lavoro che facciamo in carcere tutt’oggi.
Io credo che si tratti di una battaglia rispetto alla realtà che implode, che sembra dirci continuamente noi siamo solamente un fastidio. Ma la nostra è una battaglia quotidiana per affermare un tipo di attenzione e di stare completamente diversi, per vivere in questi luoghi quotidiani con un respiro completamente diverso. Questo è lavoro che facciamo, nel carcere di Volterra e fuori: il carcere è un luogo della realtà, uno dei tanti. Il nostro tentativo è far fiorire veramente altro, laddove non dovrebbe, come accade nella Fortezza o in questa piazza con Luoghi Comuni. Cerchiamo qualcosa che ci porti a percepire un altro livello di noi stessi, normalmente relegato, a cui non diamo spazio. La sensazione che abbiamo è che le mura che ci circondano, in carcere ma anche in questa piazza, si richiudano su di noi, come a dire: “non ce la farete mai, la realtà vincerà”. È una battaglia aperta. Questo è il senso generale del lavoro della Compagnia della Fortezza in quel rettangolo che è il cortile del carcere, uno dei tanti che ho frequentato nella mia vita.” – Armando Punzo