Il Corrente
di Elvio Porta in collaborazione con Armando Punzo
regia Armando Punzo
collaborazione artistica Annet Henneman
scene e costumi Luca Ralli, Valerio Di Pasquale, Olivia Spinelli e la collaborazione di Daria Guerrini
musiche Pasquale Catalano
con la Compagnia della Fortezza: Santo Aiello, Gerlando Alberti jr., Massimo Ariostini, Giovanni Carbonella, Salvatore Caruso, Carlo Castelli, Sergio Colombo, Massimo Cortese, Pietro Di Biase, Marcello Di Domenico, Austen-Ebere Ezendu, Gianfranco Grossi, Pasquale Gulisano, Yomiai Hammami, Gaetano La Rosa, Huuoni-Mahomoud, Kamel Ben-Maohfoudh, Marco Luoni, Alemi Nasraoui, Halil Ozdemir, Francesco Penna, Costantino Petito, Carmine Piccolo, Pietro Paolo Pitari, Domenico Russo, Salvatore Santisi, Massimo Schenone, Francesco Scimone, Giovanni Sutera, Sebastiano Tanasi, Pasquale Verde, Gaetano Zucchero
produzione Carte Blanche-Atelier del Teatro
con il contributo della Regione Toscana – Amministrazione Provinciale Pisa – Comune di Volterra – VolterraTeatro
Un titolo strano. Come strano è il rapporto che è nato in questi anni tra Elvio Porta, i detenuti del carcere di Volterra e me. Ho incontrato per la prima volta Elvio a Roma per chiedergli di poter realizzare il suo “Masaniello”. Ma non ero sicuro che avesse capito perché facevamo quel lavoro, chi eravamo, cosa volevamo. Gli avevo raccontato della “Gatta Cenerentola” di De Simone e dei problemi che avevamo incontrato nel ritornare in carcere dopo quello spettacolo. Gli raccontavo del nostro lavoro rinchiusi lì dentro e di “loro” che veramente erano rinchiusi lì. Questi attori devono aver mosso qualcosa. Sono venuto via dal suo studio con un altro testo: “’O juorno ‘e San Michele”. Dopo la concretezza di “Masaniello” avevo bisogno di passare attraverso una realtà più evanescente, più astratta. Non mi bastava più narrare una storia in particolare, ho frammentato il testo e l’ho rigirato in modo da far emergere dal biancore della scenografia, attraverso un coro di voci, di suoni, di volti, di gesti, di emozioni, la storia dura di tutto un popolo. Era come camminare per le strade antiche di Napoli, dei Quartieri Spagnoli, senza mai entrare veramente in casa di qualcuno. Quando sono ritornato a mostrargli il video di quest’ultimo lavoro abbiamo accarezzato l’idea di scrivere un testo apposta per loro. Io volevo trovare una nuova linea di lavoro e speravo di poter collaborare con un drammaturgo. C’erano ancora tante contraddizioni da far emergere, tante cose da dire. Il Carcere diventava ancora una volta metafora. Una metafora aspra. Elvio cercava emozioni, fonti, e per me non era sempre facile seguirlo nelle ragioni della scrittura. Abbiamo passato molti pomeriggi a cercare una strada, ma più che altro io raccontavo della mia esperienza in Carcere, parlavamo degli Attori-detenuti, di Napoli. Un giorno abbiamo scoperto di aver trascorso entrambi la nostra infanzia a Cercola, un paesino alle porte di Napoli. Il “Corrente” è il frutto di questa collaborazione. Oltre alla spettacolarità e alla coralità, questo testo ha come caratteristica importante il riuscire a raccontare quello che di universale c’è in un microcosmo come quello di un Istituto di Reclusione. Mi ha affascinato alla prima lettura vedere come tutte le cose che ci eravamo detti rifiorissero in quelle parole. E’ un testo che senza pietismi o facili paternalismi, che essi stessi non accetterebbero, rispetta la dignità di gente che sta pagando. Questa volta sono entrato veramente in casa di qualcuno.
L’azione si svolge nel cortile della Fortezza dell’Isola di Ventotene nel luglio 1799. Un gruppo di marinai imbarcati sul “Corrente” stanno per essere giudicati per ammutinamento, omicidio di due ufficiali superiori e disastro navale. Per la prima volta, quindi, una novità assoluta, scritta apposta per la Compagnia della Fortezza, che da lontano ci ha guidati e indicato la rotta da seguire.
Armando Punzo
prima rappresentazione
9, 10, 11 luglio 1992
Carcere di Volterra
si ringraziano il Dott. Renzo Graziani, il Dott. Paolo Basco, gli Agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria, Rosanna Marcolungo, Silvia Montorzi