Il Vuoto ovvero quel che resta di Bertolt Brecht
Progetto Brecht
ideazione, testo e regia Armando Punzo
con Nihil Company – Italia/Belgio/Germania/Francia
produzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana, Festival de Liege, Spielzeiteuropa-Berliner Festspiele
in collaborazione con Centre des Arts Sceniques, Ferme du Buisson, Carte Blanche/VolterraTeatro, Theatre de la Place-Liegi
“La delega al messaggio creduto e condiviso è ridicola credenza del passato, ottocentesca, è banalità infantile e primordiale. E’ fumo negli occhi. Come fare a raccontare questo mondo che si sottrae ad ogni efficace descrizione? E quanti prima di noi hanno già praticato questo?”. Queste sono le domande che Punzo si pone come punto di partenza di questo lavoro e continua: “In queste domande senza risposta, in questo spazio vuoto si inserisce la mia azione, il mio pensiero, la mia attuale idea di teatro. In questo Vuoto assoluto ripartire dal piacere e dalla necessità del teatro che può nascere anche dal dispiacere di una riflessione senza via d’uscita. Per far questo non abbiamo bisogno di nuovi testi, abbiamo bisogno di testi icone, di testi mito, che già esistono in qualche modo nella mente dello spettatore e che possiamo far ritornare sotto altre forme.”
“Egoismi, mostruosità e violenze regnano sovrani”, continua Punzo “il potere corrotto è verità fondante e incontrovertibile. Ogni cinque secondi un bambino muore di fame nel mondo, basta contare sulla punta delle dita per rendersi conto di tali assurdità. Noi possiamo solo prenderne atto e restituire il male in chiave grottesca ironica e innocua, consapevoli dei limiti in cui è relegata l’arte e l’azione umana isolata. La nostra scena mantiene il carattere didattico ma diventa una scuola del male”.
Partendo da queste considerazioni, Punzo si è avvicinato al mondo di Brecht con i detenuti-attori della Compagnia della Fortezza e questa esperienza adesso la trasferisce sugli attori di fuori.
L’idea è quella di partire da dove finisce lo spettacolo della Compagnia della Fortezza, I Pescecani – ovvero quel che resta di Bertolt Brecht (Premio Ubu come miglior spettacolo dell’anno), per andare ancora oltre a cercare di mettere in scena con gli attori della Nihil Company la presunta impossibilità di Brecht oggi.
A questo punto di partenza si associano parte degli attori belgi che hanno partecipato al laboratorio sull’Opera da tre soldi, che Punzo ha tenuto durante la passata edizione del Festival di Liegi, parte degli attori dello spettacolo Nihil (2001), e un’attrice tedesca. A questi si aggiungeranno di volta in volta, in ogni luogo dove verrà presentato lo spettacolo, un gruppo rock, una banda musicale e numerosi figuranti che seguiranno un laboratorio (che si terrà prima dello spettacolo in ogni paese della tournée).
La prima sessione di lavoro sullo spettacolo si è tenuta a Volterra nel teatro di S. Pietro e nel Carcere di Volterra dove gli attori hanno incontrato la Compagnia della Fortezza e hanno potuto confrontare il proprio lavoro con quello dei detenuti-attori sullo stesso tema. La seconda sessione si è svolta a Liegi nel Theatre de La Place. Così come era avvenuto per lo spettacolo Nihil gli attori hanno lavorato sullo stesso tema con cui avevano lavorato i detenuti-attori, dando alla luce due risultati diversi, determinati dalle diverse sensibilità.
“La nostra Opera nasce li dove Brecht riconosce il fallimento delle suoi tentativi e afferma come nella prefazione a Tamburi nella notte “(…) Avvertivo (…) l’oscuro presentimento che le persone desiderose di stringermi calorosamente la mano fossero per l’appunto il canagliume cui avrei voluto spaccare la testa a legnate (…)”. ” Mi sentivo come uno che, dopo aver preso a cannonate un gruppo di persone non di suo gusto, se le vedesse correre incontro festanti, gridando evviva al suo indirizzo, perchè aveva sparato loro addosso per sbaglio una scarica di pagnotte!”.
“Un forte senso di provvisorietà ci rende fluttuanti, incerti. E questo sembra vincente.
Nei confronti di questa sensazione tutte le storie sono storie e si equivalgono.
E non c’è ancora, per me, una storia che sia risolutiva, che valga la pena di essere raccontata.
Qualcosa che risolva questa presunta impossibilità in maniera definitiva.”
“Come fare a raccontare ancora questo mondo che si sottrae ad ogni efficace descrizione?
In questa domanda senza risposta, in questo spazio vuoto viene ad inserirsi la mia azione, il mio pensiero, la mia idea (attuale ) di teatro. In questo vuoto assoluto ripartire dal piacere e dalla necessità del teatro che può nascere anche dal dispiacere di una riflessione senza via di uscita.
Per fare questo abbiamo bisogno non di nuove storie, che nuove non sono e non lo saranno mai, ma di testi e di icone della nostra cultra teatrale da smantellare e far resuscitare.
Brecht è uno di questi.”
Armando Punzo
prima rappresentazione
2, 3 febbraio 2005
Festival di Liegi