Santo Genet
le foto dello spettacolo
la rassegna stampa
la tournée
drammaturgia e regia Armando Punzo
anteprima nazionale Festival VolterraTeatro (Volterra, luglio 2014)
prima nazionale Teatro Menotti (Milano, ottobre 2014)
scene Alessandro Marzetti, Silvia Bertoni, Armando Punzo
costumi Emanuela Dall’Aglio
musiche originali e sound design Andrea Salvadori
aiuto regia Laura Cleri
movimenti Pascale Piscina
assistente alla regia Alice Toccacieli
video Lavinia Baroni
assistente alle scenografie Yuri Punzo
collaborazione drammaturgica Giacomo Trinci, Lidia Riviello
collaborazione artistica Daniela Mangiacavallo, Pier Nello Manoni, Luisa Raimondi, Marco Mario Gino Eugenio Marzi, Marta Panciera, Elena Turchi, Adriana Follieri, Francesco Nappi, Debora Mattiello, Carolina Truzzi, Francesca Tisano, Alessandro Fantechi
assistenti stagisti Gemma Salvadori, Emanuele Vignozzi
foto Stefano Vaja
organizzazione generale Cinzia de Felice
coordinamento Domenico Netti
amministrazione Isabella Brogi
collaborazione organizzativa Rossella Menna
collaborazione amministrativa Giulia Bigazzi
direzione tecnica Carlo Gattai, Fabio Giommarelli
light designer Andrea Berselli
suono Alessio Lombardi
con Armando Punzo
e i detenuti-attori della Compagnia della Fortezza Antony Talatu Akhadelor, Pietro Giorgio Alcamesi, Salvatore Altieri, Vincenzo Aquino, Bledar Arapaj, Aniello Arena, Gaetano Arena, Yosmeri Armais Castilla, Mohammad Arshad, Antonino Arrigo, Giuseppe Calarese, Rosario Campana, Pierangelo Cavalleri, Antonio Cecco, Salvatore Centro, Ivan Cepika, Luca Coluccelli, Virgilio Cosentino, Ismet Cuka, Bardhok Cuni, Pierluigi Cutaia, Gianluigi De Pau, Fabrizio Di Noto, Fation Dine, Domenico Donato, Nicola Esposito, Giovanni Fabbozzo, Alban Filipi, Pasquale Florio, Daniele Frati, Domenico Gallo, Giuseppe Giella, Pasquale Giordano, Heros Gobbi, Domenico Grande, Rocco Grande, Nunzio Guarino, Lotfi Hajahned, Noureddine Habibi, Vladimir Ibaj, Arian Jonic, Altin Kadrija, Ibrahima Kandji, Naser Kermeni, Marco Lauretta, Carmelo Dino Lentinello, Wei Lin, Luca Lupo, Matteo Macchiarelli, Gentian Makshia, Antonino Mammino, Angelo Maresca, Fatmir Marku, Gianluca Matera, Massimiliano Mazzoni, Gaspare Mejri, Hidalgo Luis Anibal Mena, Raffaele Nolis, Edmond Parubi, Anton Pernoj, Luciano Petraroli, Alessandro Praticò, Armando Principe, Angelo Privitera, Gennaro Rapprese, Hamadi Rezeg, Antonino Romeo, Franco Salernitano, Michele Salerno, Danilo Schina, Vitaly Skripeliov, Roberto Spagnuolo, Massimo Terracciano, Domenico Tudisco, David Tuttolomondo, Alberto Vanacore, Danilo Vecchio, Alessandro Ventriglia, Giuseppe Venuto, Qin Hai Weng, Jian Dong Ye, Antonio Zambo
e con la partecipazione straordinaria di Isabella Brogi
produzione VolterraTeatro/Carte Blanche – Tieffe Teatro
con il sostegno di MiBACT-Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo – Regione Toscana – Comune di Volterra – Provincia di Pisa – Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra – Ministero della Giustizia Casa di Reclusione di Volterra
Santo Genet Commediante e Martire
Come santi meravigliosi, nell’atto dell’estasi, dell’oblio.
Perché quel corpo deve essere mitizzato, non è il corpo del reato del reale,
ma è il corpo di chi si allontana dal reale, dalla storia e dalla sua storia.
Tutte qualità e potenzialità nello stesso soggetto.
Genet non uccide, si uccide, si sacrifica.
Sacrifica il suo essere.
I suoi eroi vengono svuotati della loro realtà.
Ogni omicidio diventa un suicidio, un morire a se stessi su un piano estetico.
Il teatro è la macchina del delitto. La realtà diventa immagine reale che si fa riflesso
che tradisce la realtà con tutta la sua arroganza.
Genet non è diversità in una società convenzionale.
È mastro indicatore di un modo di cercare altre possibilità.
È l’alchimista, colui che trasforma la materia vile in oro.
Genet applica la crudeltà artaudiana verso se stesso, verso la sua biografia,
trasformata, amputata di realismo, in un monumento alla diversità, all’esaltazione dell’inesaltabile.
Sulle scene siamo ancora al diritto di esistenza delle diversità, alla ricerca di accoglienza,
tra le braccia sempre dello Stato attuale.
Il diritto di cittadinanza, la battaglia per i diritti, il bisogno di entrare in seno all’esistente
che non è altro che proiezione di un desiderio di essere Stato.
Il diritto è senza battaglia, è l’essere fuori dallo Stato, l’essere senza il desiderio di esserci.
Armando Punzo
prima rappresentazione
21, 22, 23 24, 25 luglio 2014
Carcere di Volterra
si ringraziano di cuore Mariya Vovk, Luca Marrocco e Giancarlo Baronti per il prezioso aiuto dato ognuno a suo modo al nostro lavoro.
un pensiero e un ringraziamento che dureranno per sempre a Renzo Graziani grazie al quale tutto ciò ha avuto inizio e a Franco Quadri, Piera Rolandi e Don Vincenzo Guttadaura per l’amicizia, l’attenzione e il sostegno datoci negli anni.
[clicca qui per vedere un estratto video dal primo studio dello spettacolo]